- Una Lancia Gamma berlina francese in passerella -

Il fatto che la Lancia Gamma, sia nelle versione berlina, sia nella versione coupè, sia classificabile come un "flop", a livello commerciale, è purtroppo indiscutibile.

Troppe mancanze, sia a livello tecnologico, sia a livello di finitura, contribuirono a comprometterne irrimediabilmente l' immagine presso l' utenza automobilistica di quel periodo.

Del resto sino ad allora Il marchio Lancia da sempre godeva in Europa e nel mondo degli esiti di un indiscusso prestigio, dovuto all' accuratezza delle finiture che contraddistingueva la sua produzione automobilistica, nonchè all' originalità delle soluzioni tecniche che adottava, ma purtroppo sotto questo punto di vista quella che in teoria avrebbe dovuto rappresentare una valida e temibile concorrente per la produzione straniera dell' epoca, era quantomai carente.

Furono comunque allestiti, per ottemperare alle direttive impartite dalla dirigenza della casa madre una serie di loitti per l' esportazione, lotti ai quali appartiene l' esemplare di cui si tratta in questa pagina.

Qui di seguito è raccolta una bella serie di immagini di una di queste vetture, e per l' esattezza si tratta di una Lancia Gamma berlina 2500, costruita nell' anno 1980 (dunque si tratta di dei primi esemplari appartenenti alla seconda serie prodotta...), il cui propulsore era ancora alimentato a carburatore, esportata ai tempi in Francia.

Come si può notare inoltre essa si presenta in ottime condizioni generali, avendo totalizzato una percorrenza di soli 78000 Km, e inoltre la sua livrea, il classico "bronzo metallizzato", concorre a valorizzare la linea esteriore di questa strana e sconcertante creatura partorita dalla casa automobilistica Lancia nel corso degli ormai lontani anni 70.

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Ecco una bella serie di viste esteriori dell' esemplare in questione, che appartenendo ai primi lotti di produzione della seconda serie presenta l' adozione della nuova mascherina anteriore, detta "unificata".

Tale mascherina venne all' epoca adottata su tutta la produzione della gamma Lancia, con l' evidente scopo di rafforzare presso l'  eventuale utenza l' immagine delle vetture prodotte.

Si trattava dunque dell' applicazione pratica della teoria del "Family Feeling", così cara agli esperti del marketing, a partire proprio dagli inizi degli anni 80.

In effetti all' epoca gli esperti di marketing sostenevano che l' adozione di una stessa componente su tutta la gamma prodotta da una casa automobilisrica, contribuisse a rafforzarne l' immagine presso l' eventuale utenza. 

Ovviamente, automobilisticamende parlando, un componemte di una qualsiasi autovettura che colpisce immediatamente a livello visivo l' eventuale aquirente è la mascherina anteriore, e dunque fu proprio su di essa che i designer della casa madre all' epoca lavorarono.

Il risultato finale dell' applicazione di tale teoria fu dunque l'  adozione di una stessa mascherina anteriore (vale a dire di una mascherina caratterizzata dallo stesso disegno) su vetture come la Lancia Beta coupè e berlina, la Lancia Beta Montecarlo, ed ovviamente le Lancia Gamma coupè e berlina.

L' aspetto della discussa ammiraglia Lancia, pur apparendo ora un pò più moderno, tuttavia non trasse però un grande giovamento dall' adozione della modifica, ed è innegabile il fatto che a causa anche delle eccessive tolleranze che caratterizzavano il montaggio della nuova mascherina (tra il suo bordo superiore ed il profilo del cofano anteriore distavano qualcosa come 2/3 cm...), il suo aspetto suggerisse un impressione di posticcio e di provvisorio.

Sulla vettura oggeto di questa pagina, è poi ravvisabile l' applicazzione di un particolare spoiler posteriore, si presume l' esito dell' iniziativa del suo proprietario.

Inoltre, pur essendo un esemplare motorizzato con il propulsore avente cilindrata di 2500cc, la stessa vettura appare equipaggiata coi cerchioni a stella da 14 pollici, anzichè con i più esteticamente gradevoli cerchi da 15 pollici.

Cliccate sulle immagini, esse diverranno visibili nella loro dimensione originale...

Lancia Gamma berlina 2500,

anno   1980,   diverse  viste

Ecco ora una serie di viste degli interni dell' esemplare in questione, che essendo uno dei primi esemplari appartenenti alla seconda serie prodotta, conserva ancora alcune peculiarità della prima serie.

Degno di nota il fatto che, allo scopo di esaurire le cospique scorte di magazzino, venne di fatto immessa sul mercato una versione della Lancia Gamma per così dire "ibrida", in quanto, sino all' esaurimento delle scorte, vennero montati sugli esemplari prodotti componenti sia della prima serie, sia della seconda serie.

La grafica segli strumenti, contraddistinta dall' utilizzo delle lancette a "matita", e dalla cevellotica e per nulla razionale disposizione delle cifre, è in effetti quella tipica dei quadri strumenti adottati sulla prima serie, mentre tipica della seconda serie prodotta è la nuova foggia del volante.

 

Lancia Gamma berlina 2500,

anno  1980,  vista  strumenti

Il pomello della leva del cambio presenta ancora la particolare ( e assai sconcertante...) foggia tetraedrica, ed anche questa è ancora una peculiarità delle Lancia Gamma appartenenti alle prime serie prodotte, in quanto sugli esemplari appartenenti alle seconda serie, essa venne sostituita da una ben più anonima e "plasticosa" leva del cambio, dallo stelo interamente ricoperto in plastica, e caratterizzata dall' adozione di un pomello di foggia sferica, nonchè di notevoli dimensioni.

Atipica poi la presenza di quello che sembra essere un "bocchettone" ausiliario per consentire l' immissione del carburante nel serbatoio, probabilmente una modifica posta in essere dal proprietario dell' autovettura, anche se non ne è chiaro lo scopo.

Come si può notare, l' esemplare in questione presenta dei gradevoli interni rivestiti in pelle beige, e la tappezzeria tinta nella classica tonalità "senape",

Esaminando le immagini, appare chiara la notevole quantità di spazio interno a disposizione dei passeggeri, specie in senso longitudinale.

Del resto, tale ampia disposizione di spazio in senso longitudinale era anche il logico esito della particolare conformazione dell' abitacolo, dipendente a sua volta dalla particolare foggia della carrozzeria.

La conformazione di quest' ultima era il risultato dell' applicazione delle teorie che, a partire dalla seconda metà degli anni 60, avevano portato allo studio ed al successivo sviluppo delle berline aereodinamiche, caratterizzate da una forma esteriore molto filante ed affusolata, e dall' adozione della cosiddetta "coda tronca".

Tale soluzione stilistica solitamente consentiva anche un notevole incremento dello spazio longitudinale a disposizione dei passeggeri, in quanto la presenza di un padiglione molto voluminoso consentiva il posizionamento dei sedili posteriori in una posizione molto più arretrata, rispetto a quella consentita da una berlina tre volumi dal disegno molto più convenzionale.

Lancia Gamma berlina 2500, anno

1980,  viste  degli  interni  in pelle

Ecco ora una serie di viste del propulsore dell' esemplare in questione, che essendo uno dei primi esemplari appartenenti alla seconda serie prodotta, non monta ancora il dispositivo ad iniezione elettronica Bosch, bensì una ben più convenzionale alimentazione a carburatore.

Fra le varie concause il cui esito finale fu purtroppo per la casa madre il clamoroso "flop" commerciale della sfortunata ammiraglia, va ricordata la fradilità del propulsore che la equipaggiava, afflitto da una marea di carenze, strutturali e di progetto, che finivano per renderlo un motore assai problematico e inaffidabile.

Col tempo, e con l' evolversi della produzione si tentò di porre in ogni modo rimedio alle sue lacune, ma vi si riuscì' solo in parte, in quanto alle sue gravi carenze di base, di fatto non si riuscè a porre realmente rimedio, e ciò purtroppo diede sempre luogo ad esiti che è facile immaginare, come, nella migliore delle ipotesi, usure precoci della sua componentistica, e nella peggiore delle ipotesi, veri e propri collassi, consistenti principalmente in catastrofiche rotture.

Sicuramente il propulsore dell' esemplare in questione monta già il castelletto della distribuzione modificato, ma l' idroguida continua a prendere il moto da una puleggia calettata su uno degli assi a camme, e non, come sarebbe stato assolutamente più logico a livello strutturale, da una puleggia calettata sull' albero motore.

L' attuazione di tale approssimativa soluzione tecnica, originò all' epoca una vera e propria lunga serie di rotture catastrofiche del propulsore, in quanto il semplice indurimento del comando dell' idroguida, dipendete dalle più svariate cause (temperatura esterna molto bassa, le ruote anteriori frenate nel loro moto da un ostacolo imprevisto, e così via...), comportava inevitabilmente il salto della cinghia di distribuzione che trasmetteva il moto agli assi a camme, con le conseguenze che è facile immaginare.

Lancia Gamma berlina 2500, anno

1980,  varie  viste del  propulsore